Negli ultimi mesi ho spesso avuto dei momenti di riflessione sulla mia produzione fotografica, una delle questioni che più mi ha interessato è stata quella relativa al: "Quando, quanto e cosa fotografare?". 
Ci ho messo del tempo per trovare una risposta soddisfacente, seppur non definitiva e molto personale, ma con essa è nata anche una nuova e più enigmatica domanda ovvero: "Quando, quanto e cosa NON fotografare?"
Ritengo che uno dei doni più belli che la fotografia mi abbia fatto sia quello di riuscire a vedere il mondo con occhi diversi e di scorgere qualcosa di speciale anche nella scena più banale. Va da sé che un "nuovo mondo" fatto di "cose speciali" è quanto di più spaesante possa esistere per un fotografo alle prime armi. 
Dal momento che ogni momento e ogni cosa è degna di essere immortalata (una porta in un parcheggio abbandonato, un petalo di rosa, una struttura metallica, un tavolino da bar, un cannone spara neve ecc...) non appena ho avuto tra le mani la mia prima macchina fotografica ho iniziato a portarla sempre con me e a scattare foto a qualsiasi soggetto anche vagamente interessante senza farmi domande sul senso più profondo di quello che stessi facendo. 
Credo sia un processo del tutto naturale e anzi necessario durante la fase di approccio fotografico ma che ad un certo punto debba essere superato imponendosi dei freni inibitori che permettano di distinguere una situazione degna di essere fotografata da una che invece è più degna di essere vissuta.
Il contrasto cromatico di questa porta rossa semi-aperta e della parete ciano in un parcheggio abbandonato ha attirato subito la mia attenzione.
Anche in questo caso è stato il contrasto tra il rosso di questo petalo di rosa e il giallo del muretto su cui è posato a farmi decidere di scattare la foto.
La luce e le ombre su questa struttura metallica creano un motivo geometrico astratto. La prospettiva cerca di celare all'osservatore la vera natura della struttura: si tratta di una torre stagliata nel cielo o di una passerella sul mare?
Un tavolino da bar, una lama di luce, una foglia e una parete metallica. Ingredienti semplici per una fotografia basata sulla dinamicità della direzione della luce contrapposta a quella del motivo verticale della parete sullo sfondo e sulla tensione creata dalla foglia posta perfettamente al margine della zona di luce.
Un cannone sparaneve il cui colore giallo è saturato dalla splendida giornata di sole sembra un girasole sulla pista da scii di Bardonecchia.
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